Domande Frequenti

domande frequenti

Hai qualche domanda su cosa faccio?

Di seguito ho risposto a quelle che mi fanno più spesso…

Spero potrai toglierti subito qualche dubbio…

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L’idea di non riuscire ad ottenere quanto desiderato è uno dei principali “nemici” di uno sportivo: per eliminarla si può partire intanto capendo quali capacità si pensa di avere e si posseggono realmente, per poi passare dal loro miglioramento. In aggiunta si può lavorare sul modo in cui ci si avvicina ad una competizione, con tecniche adeguate a gestire le proprie emozioni.

Certo! Partendo dai tuoi bisogni e dalle tue caratteristiche, si possono definire degli obiettivi che ti stimolino a dare il massimo nella tua attività: il mio compito è proprio aiutarti in questo. 

Tutti possono cambiare se lo vogliono! La società di oggi ci porta a mettere in primo piano gli errori, le azioni che andrebbero evitate, molte volte senza dare soluzioni. E spesso tendiamo a vedere solo il lato negativo delle cose fermandoci di fronte ad esse.

Avere un linguaggio rivolto all’azione o motivante aiuta, ma non è tutto. Pensare positivo, per me, vuol dire trovare il modo per superare l’ostacolo, senza ignorarlo: i percorsi che propongo hanno proprio lo scopo di aiutare la persona ad essere propositiva di fronte all’evento negativo.

Oltre che attraverso degli incontri formativi specifici, cerco di capire in quali aspetti una singola persona può migliorare (ad es. nella concentrazione durante le azioni chiave di un match) e propongo un piano per approcciarsi alle gare nel giusto modo.

Certamente! Tanti allenatori hanno questa difficoltà. Spesso un training apposito, basato su osservazioni sul campo, migliora la situazione.

Il momento in cui si chiude una pagina importante della propria vita per aprirne un’altra è sempre caratterizzato da un misto di tristezza per la fine di qualcosa e timore per quello che ci aspetta. Mi è capitato spesso di accompagnare atleti nel percorso per diventare allenatori o dirigenti, oppure di aiutarli a prendere la giusta decisione per un cambio di squadra. Qualunque sia la ragione per cui si prospetta un cambio nella tua vita, sicuramente possiamo costruire insieme il tuo nuovo percorso, individuando innanzitutto ciò che hai imparato, cosa sai fare e quali sono i tuoi bisogni.

La mentalità è uno degli aspetti che incide sulla performance, tanto è vero che oggi moltissimi atleti curano questo aspetto… Quindi si, ha senso eccome! Possiamo concentrarci a trovare soluzioni che ti permettano di dare quel qualcosa in più nella tua attività agonistica. Io ho un approccio di Mental Training che mi permette di approfondire cinque aspetti dell’attività sportiva (le emozioni, l’organizzazione, la comunicazione, la mentalità e le abilità cognitive) adattando le tecniche e il tipo di incontri a seconda di chi ho davanti, del contesto e dei tempi a disposizione. Per saperne di più, clicca QUI

Perché non sempre si riesce a sostenere i propri figli come si vorrebbe o potrebbe. A volte una chiacchierata sulle opportune modalità di azione può giovare al rapporto genitore-atleta e alla carriera di quest’ultimo.

Direi proprio di si! Possiamo provare ad analizzare insieme la situazione e a definire delle strategie per pensare, quando serve, solo alla competizione (es. usando visualizzazioni personalizzate).

Purtroppo non c’è una risposta certa: ogni persona ha le proprie esigenze, i suoi bisogni, i suoi tempi… Il mio obiettivo è essere di aiuto in maniera efficace, ricercare risultati tali da sentirne i benefici anche quando non verrai più da me. Metto al primo posto la qualità, se puntassi ad altro staresti sprecando i tuoi soldi!

Quando si vuole migliorare l’approccio alla propria attività, più ci si impegna regolarmente e più è facile che si raggiungano dei risultati. Ha senso andare in palestra una volta al mese per tonificare i muscoli? Ovviamente no, e lo stesso vale per il lavoro con me. 

Nella mia esperienza ho notato che per seguire l’evoluzione delle situazioni ed essere efficaci l’ideale è vedersi, in media, una volta a settimana. Si può concordare una frequenza diversa (es. incontri bimestrali), ma per limitati periodi o dopo aver svolto un buon lavoro in precedenza.

Certo! Prima di tutto sono uno psicologo, quindi posso incontrare chiunque abbia voglia di un sostegno o una mano per cambiare qualcosa della propria vita.

Perché anche tu sei implicato nelle prestazioni dei tuoi atleti.. Anzi, sei fondamentale! Se non sei il primo a comunicare nel modo giusto, a saper definire buoni obiettivi, a saper indicare la strada giusta, i tuoi ragazzi avranno più difficoltà a raggiungere le performances desiderate. E’ ovvio che il percorso sarà diverso rispetto a chi gareggia, ma avrà comunque lo scopo di aiutarti ad essere un coach migliore!

Non potersi allenare o mettersi alla prova in gara è difficile per ogni atleta. Il mio compito è quello di fornire sostegno in queste situazioni e di trovare soluzioni per trarre del positivo dall’esperienza che stai vivendo. Hai pensato, per esempio, che l’eventuale tempo a disposizione puoi dedicarlo ad altri aspetti della tua attività agonistica che hai dovuto trascurare (es. studio di nuove tattiche di gara)?

Lo stress deriva da come affrontiamo gli eventi: se saprai vederli e affrontarli in maniera corretta, allora potrai più facilmente contrastarlo. Io posso assisterti a pianificare meglio le tue azioni e a dare il giusto peso alle varie situazioni, oppure insegnarti tecniche di rilassamento che possono aiutarti nei momenti più difficili.

Gestire o far parte di un gruppo è una delle cose più difficili, ma anche stimolanti, che ci siano in ambito sportivo. La creazione o il rafforzamento della squadra ha dei passaggi ben precisi, dalla conoscenza reciproca alla definizione di regole e obiettivi comuni. Il mio compito è di aiutare a svolgere al meglio ognuno di essi, per far si che il team possa ritrovare la sua unità.

Dalle risposte precedenti o da altri testi che puoi trovare nel sito, avrai notato che da me vengono persone che vogliono migliorare, soprattutto gente che non ha problemi mentali. Tenuto conto che è un tuo diritto farlo sapere o meno in giro (io ho il segreto professionale e non rendo noto il nome dei miei assistiti, seguendo il codice deontologico degli psicologi), è più sensato provare ad andare oltre l’ostacolo e raggiungere un obiettivo o rimanere con i propri limiti?